I quattro gemelli Abba, elaborazione di Tommaso Gatti - Milano
Lettera di Mario Pratesi - (da Viterbo)
Viterbo, 27 giugno 1875
Caro Cesare [Abba], vi son pagine nel tuo libro che io non mi sazio di rileggere: perfetto davvero, e piene dell'eloquenza d'un cuore generoso. Tu hai poi una potenza rara di descrivere caratteri e luoghi. Insomma il tuo è un libro. La voce dell'amico è sincera, ma sarà confermata dalla stampa, in altri termini più eloquenti. Frattanto io arrossisco d'aver dato a te, che mi puoi essere mille volte maestro, que' consigli ben inutili co' quali rimandai i pochi fogli che avesti la bontà di mandarmi. (...) Io sono lietissimo che finalmente questo lavoro che ti farà conoscere, sia comparso alla luce; io che so quanti pensieri t'è costato, e quanti sdegni e dubbi incresciosi. (...) Addio, mio buon amico: ieri l'altro ricevei le diciotto copie, due delle quali però erano rotte, ma nondimeno le ho date senza difficoltà. Te lo dico perché tu avvisi chi spedisce a non straziare in quel modo i volumi. Domani l'altro, quando avrò consegnato tutti i volumi, ti manderò il denaro. Come sta la tua Giulietta? scrivimi presto. bacia i tuoi bambini, saluta i tuoi, credimi sempre il tuo ecc.
Barzellotti ti saluta e ti scriverà fa Firenze.
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