lunedì 12 luglio 2010

Le rive della Bormida


di Bruno Chiarlone
Libro NARRATIVA 68 pagine
Copertina Morbida - Formato 15x23 - bianco e nero


Cairo Montenotte, 6 aprile 1871

Caro [Augusto] Merighi, - con qual gusto verrei a passare un paio di giorni con te e coll'amico Achino te lo puoi immaginare, ma son qui colla madre ammalata e occupato ad un lavoro che forse avrete visto nelle appendici della Gazzetta di Milano.
E' un romanzo d'argomento paesano mio, e ha per titolo Le rive della Bormida.
Ieri l'altro fui a Savona, dove pranzai accanto al Lobbia, nella festa offertagli dalla democrazia savonese. Seppi  cose di nostri amici che mi hanno fatto palpitare d'invidia. Oh, i generosi personaggi!
Caro Merighi, temo d'essere invecchiato, quando penso che non seppi staccarmi da casa, e tornare anche stavolta a fare un po' di bene pel mondo. Ma non avrei ritrovata viva mia madre al mio ritorno, e chi sa quale rimorso avrei creato a me stesso.
 Brutta cosa non aver sempre vent'anni, per poter fare della propria vita quel conto che si vuole, senza danno dei parenti. Dirai che è facile lagnarsi dopo non aver fatto, ma non posso stare. Caro Merighi, quanti figli hai?
Tu felicemente hai uno scopo almeno per vivere, e se pongo mente a quello che han fatto i miei amici, un giorno o l'altro tolgo moglie anch'io. Frattanto addio a te e alla tua famiglia, i miei saluti all'amico Achino, che avrai trovato bravissimo giovane, amami e ricevi un bacio fraterno dal tuo per la vita....

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